lunedì 7 aprile 2014

Wrestlemania XXX: opinioni a caldissimo


Scioccante.
Sembrava destinata ad esser una Wrestlemania lineare, una Wrestlemania forse troppo scontata sulla carta, una Wrestlemania che difficilmente sarebbe stata in grado di offrire sorprese importanti visto che tutti i match proposti avevano un favorito designato e difficilmente sarebbero potuti finire in altro modo.
È stata invece una Wrestlemania scioccante. La più scioccante.

THE STREAK IS OVER

Mai avrei pensato potesse esserci una fine per la streak, mai avrei pensato che si sarebbe potuta interrompere con una vittoria di Brock Lesnar che sembrava esser l'ennesima vittima sacrificale nella marcia del becchino verso la "partita perfetta" a Wrestlemania. Invece l'ex lottatore UFC riesce dove in 21 avevano fallito prima di lui ed interrompre la Streak di Undertaker nel Grandaddy of them All.
Probabilmente la sorpresa più grande nella storia di Wrestlemania. Anche senza il probabilmente. E volendo allargare il discorso alla storia del wrestling, uno dei colpi di scena più forti di sempre, vedere le facce degli spettatori (e la mia) dopo il conteggio di 3.


La leggenda di Undertaker, iniziata a Wrestlemania VII contro Jimmy Snuka, termina così sotto i colpi di Brock Lesnar.  Inaspettatamente. Al termine di un feud sicuramente rivedibile, in cui non c'è mai stata la scintilla che faceva pensare veramente ad una possibile caduta del becchino proprio in questa occasione, anzi sembrava la vittoria più scontata degli ultimi 5 anni.
Undertaker invece non ce la fa: si arrende alla terza F5 di Brock raccontando anche nel suo ultimo match (della carriera? A questo punto la domanda è lecita) una storia incredibile.
Un Deadman invecchiato e che fatica a reggersi in piedi sotto i colpi dell'ex fighter UFC, un Deadman che per due volte riesce con le ultime forze rimaste in corpo ad uscire dalla mossa letale del rivale ma cede inevitabilmente alla terza dopo che sembrava aver ripreso il controllo del match, un Deadman che evidentemente non ne ha più.

Finale stranissimo però: Brock Lesnar vince nel silenzio più assoluto. Il pubblico è gelato da quanto ha appena visto. Quello che nessuno si aspettava (ma proprio nessuno, le quote per il match davano ovviamente avantissimo Undertaker) è successo davanti ai loro occhi.
Lesnar esce veloce dal ring. La campana non suona immediatamente al conteggio dell'arbitro, che sembra come intimorito di dare il segnale al timekeeper di terminare l'incontro. E poi c'è il silenzio tra il gong e l'inizio della theme di Brock Lesnar.
Tutto surreale. Incredibile.

Undertaker si rialza, a fatica e rimane da solo sul ring.
Un silenzio assordante lo circonda.
Poi i primi applausi. Che diventano la standing ovation da parte dell'intero Superdome, che diventano a loro volta dei cori che invocano al becchino.
Il Deadman se ne va. Lentamente.

6 giorni fa proprio Undertaker diceva che "solo 3 cose non puoi battere: la morte, le tasse e la streak". Si sbagliava.

YES YES YES

L'altro momento OMG della serata è stata la vittoria del WWE World Heavyweight Championship da parte di Daniel Bryan. Non tanto per la vittoria in se, era prevedibile una volta aggiunta la stipulazione al match tra l'ex American Dragon e  Triple H, ma per la modalità con cui è arrivata.
Un Bryan underdog fin dall'inizio. Dall'inizio di questa Wrestlemania, a cui arriva acciaccato dai numerosi attacchi subiti dall'Authority, e dall'inizio di questa rivalità.
La vittoria su Triple H è importante ai fini del simbolismo. Daniel Bryan che dopo tutte le volte che è stato ostacolato e fermato dal COO della federazione riesce finalmente ad aver la meglio della dirigenza, mettendo al tappeto il suo rappresentante più importante.


Ma non finisce qui. Post-match con attacco da parte prima di Stephanie e poi in maniera molto violenta da parte di Triple H.
Si arriva al main event: Daniel Bryan è logoro dallo scontro precedente con il King of Kings, gli altri sono freschi essendo al primo match e partono forte mettendo fuori gioco da subito il leader del YesMovement. Che però è duro a morire, si riprende combatte e mette in difficoltà i due avversari. Ma l'incubo torna a farsi vivo: HHH e Steph tornano sullo stage per impedire la vittoria a Daniel Bryan. Che di nuovo non molla. Stende tutti, raccoglie lo SladgeHammer di Triple H e con il simbolo di distruzione di The Game mette fine (questa volta si una volta per tutte) alle intromissioni di Triple H. Ma restano sempre i due rivali del match da battere, che ricordano il passato nell'Evolution e fanno sforzo comune per mettere fuori gioco il rivale più ostico. Batista Bomb+RKO sul tavolo di commento (spagnolo, e non potrebbe esser altrimenti).

Orton cade male, Bryan cade peggio. Io sinceramente per un attimo ho pensato ad un infortunio e anche piuttosto serio, l'arrivo dei medici che bloccano il collo e lo caricano sulla barella mi fa pensare che sia un work, Batista che continua a guardare l'avversario a terra con la faccia di uno che sa di averla combinata grossa invece mi preoccupa. Ormai sembra andata, la barella imbocca l'inizio dello stage. Ma Bryan ancora una volta NON MUORE MAI. E questa volta è quella buona. Rientra, le prende e le da. RKO. Batista Bomb. Running Knee. Near fall sentitissime con la sensazione che proprio sul più bello il tutto possa sfuggire dalle mani.
E invece no. Batista Bomb su Randy Orton. Bryan rientra sul ring e Running Knee. Batista è nella YesLock e cede.


Bryan è campione del mondo (e questa volta speriamo per più di 24 ore).
Occhi gonfi per lui, per noi, per tutti.
Emozionante, meritatissimo. Nessuno più di lui meritava un momento del genere.


Una serata che difficilmente sarà dimenticata.

A legend has gone. A legend was born.


Una cosa è certa. Da domani niente sarà più come prima.



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